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venerdì 5 marzo 2010

Air Slovakia, fallimento

Da: http://www.masterviaggi.it
del 05/03/2010


Anche Air Slovakia è andata
C’è un filo comune che lega le non poche chiusure di compagnie aeree recentemente avvenute: l’esiguità della flotta.



Non ci stancheremo mai di ripetere che pretendere di avviare un servizio pubblico di trasporto quale è quello assicurato dal mezzo aereo, con una manciata di velivoli che compongono la flotta, ben difficilmente non può non significare creare disservizi all’utenza. Qui non si tratta di proclamare facili teorie o fare facile disfattismo, quanto piuttosto ricordare i tanti imprevisti che possono influenzare il traffico aereo (meteo, intasamenti in cielo e in terra, inaspettati problemi di manutenzione, ecc.) per capire che quando si hanno pochi aerei a disposizione il disservizio è purtroppo dietro l’angolo. E le finanze delle aerolinee oggigiorno navigano su confini così esigui di guadagno che talvolta basta la disruption di un volo per vanificare settimane di revenue faticosamente raggiunto.

La Air Slovakia aveva una flotta di 5 aerei e la sua durata è stata di 7 anni (2003-2010). L’anno scorso, nel 2009, era stata la volta di un’altra compagnia slovacca, la Segale Air, la quale fondata nel 1995, volava con sei aeromobili. Entrambe le aerolinee avevano la base principale sullo Stefanik Airport di Bratislava. Ennesimo caso di passeggeri che si sono ritrovati in mano un biglietto acquistato e di nessun valore, ennesima corsa al salvataggio del passeggero effettuata con annunci di rilievo da parte di Ryanair, la quale nel suo comunicato ha detto una verità sacrosanta e cioè che i passeggeri dovrebbero affidarsi a compagnie aeree finanziariamente solide.

Ma come fa il passeggero a conoscere la situazione di cassa in cui versa il vettore da lui prescelto'Esiste la black list delle compagnie dalle quali girare al largo in quanto hanno avuto problemi dal punto di vista della manutenzione, ma non esiste ancora una black list dei vettori cha navigano in cattive acque finanziarie.Che sia il caso di creare anche per questo aspetto una black list?Sicuramente essa sarebbe di indubbia utilità tenuto conto dei numerosi casi di fallimenti che si sono susseguiti, ma avrebbe il grave difetto di non riguardare sconosciuti vettori africani come avviene nel caso dell’attuale lista, ma di comprendere inaspettati nomi di blasonati vettori; una lista del genere ben difficilmente vedrà la luce.
E per quei passeggeri che volessero seguire il consiglio di Ryanair, non rimane altro che ricercare nel sito web il balance sheet della compagnia interessata il quale, o non comparirà affatto o comunque, se fosse riportato, non sarebbe certo di facile e immediata interpretazione. Stante il gran numero di vettori circolanti e tenendo presente il momento economico altamente critico, attendiamoci il ripetersi di nuove “improvvise” chiusure.


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