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mercoledì 18 maggio 2011

Identità Virtuali

20 maggio / 17 luglio
Palazzo Strozzi (Firenze)



Identità virtuali indaga come la cultura digitale stia ridefinendo caratteri e confini della nostra identità, sia personale che collettiva. Essere costantemente reperibili e interagire con i telefoni cellulari, condividere pensieri ed esperienze della propria vita tramite i social network sono elementi comuni alla vita della maggior parte delle persone. Nell’odierna società della comunicazione, una persona sembra esistere solo se rintracciabile online e nel costante flusso di informazioni.
Opere e installazioni di artisti internazionali riflettono sul nuovo rapporto tra uomo e tecnologia nel segno delle “identità virtuali” con cui sempre più spesso affrontiamo la realtà, anche senza accorgercene.

Partendo dall'assunto che la continua relazione con i nuovi media implica per l'individuo un nuovo approccio verso computer e rete internet, le opere in mostra intendono affrontare, sia per un pubblico vasto che per esperti della cultura digitale, caratteristiche e contraddizioni di questa nuova relazione privata e personale dei singoli con il mondo virtuale, in una ricerca di identità, di autoaffermazione e di riconoscimento pubblico.

Michael Wolf (Germania), nella serie fotografica Paris Street View, porta all'estremo il paradosso del rapporto tra arte e tecnologia digitale, realizzando le immagini non per le strade della città francese, ma attingendo dal materiale disponibile su Google Street View. Il fotografo Evan Baden (USA) coglie volti di adolescenti immersi nella comunicazione digitale. I visi assorti, quasi assenti, sono illuminati unicamente dalla luce degli schermi dei diversi supporti tecnologici che li connettono a una realtá virtuale apparentemente più reale di quella del mondo fisico.
Nell'opera video Immersion, Robbie Cooper (Gran Bretagna) affronta il tema del feedback visivo ed emotivo tra individuo e mondo digitale, soffermandosi sulle reazioni a videogiochi di bambini, i cui volti divengono specchi degli accadimenti sullo schermo.
Analizzando il tema della tracciabilità e del controllo che le nuove tecnologie permettono, il video The Catalogue di Chris Oakley (Gran Bretagna) mette in scena un sistema di videosorveglianza di un grande magazzino in cui le persone riprese, visualizzate e indicate attraverso i loro dati personali rintracciabili, diventano entità/identità trasparenti e, in un certo senso, vulnerabili.
Tracciabilità e visualizzazione di dati personali sono anche al centro del lavoro del designer Nicholas Felton (USA), il quale crea diagrammi e tabelle per documentare meticolosamente tutte le azioni e i dati, dai più banali ai più significativi, che caratterizzano la sua vita quotidiana.
Il collettivo etoy.CORPORATION (Svizzera) propone TAMATAR, un'installazione del progetto Mission Eternity, con cui si affronta il tema dell'identità e della sua memoria a partire dalle diverse tracce lasciate nell'interazione con la rete, riflettendo su ciò che rimane della persona dopo la morte.













Il gruppo Les Liens Invisibles (Italia) si caratterizza per progetti online che, con ironia ma sempre puntando su un forte senso di attivismo politico, riflettono su distorsioni e paradossi nel rapporto con i social network. Il loro progetto Seppukoo permetteva di riprendere possesso della propria identità e del proprio anonimato commettendo il "suicidio" del proprio profilo su Facebook, che ha bloccato questa applicazione intraprendendo un'azione legale contro gli artisti.
Il Sociable Media Group (USA) propone Metropath(ologies), un'installazione multimediale che, tramite il semplice inserimento del proprio nome, permette la visualizzazione spaziale di frammenti di informazioni disponibili online di ogni persona, dimostrando la trasparenza e la visibilità dell'individuo sulla rete.


Sul tema della comunicazione partecipativa online, la videoinstallazione Hello World! di Christopher Baker (USA) mette in scena un monumentale puzzle di video provenienti da YouTube, in cui, dall'intimità della loro sfera privata, singoli individui lanciano il loro videomessaggio al pubblico anonimo e globale della rete, creando un'accumulazione in cui centinaia di voci si uniscono in un indistinto rumore di fondo.
Approfondendo ulteriormente i temi della dissolvenza del singolo e dell'omologazione dell'individuo nella massa degli utenti online, l'opera Mass Ornament di Natalie Bookchin (USA) crea un'unica coreografia di movimenti unendo video tratti da YouTube, in cui singole persone ballano nella solitudine delle loro case private, davanti all'occhio della webcam.
La mostra ospita anche un progetto della fotografa iraniana Diana Djeddi (Iran/Germania) che ricostruisce il caso di Neda Agha-Soltan, la giovane studentessa uccisa a Teheran durante le manifestazioni del 2009, esempio delle potenzialità ma anche dei rischi legati alla diffusione di informazioni sulla rete. Questo episodio ha avuto infatti grande notorietà tramite i social network ma ha dato luogo a uno scambio di identità con un'omonima ragazza iraniana fisicamente molto simile, Neda Soltani, la cui fotografia del profilo Facebook è diventata icona della rivoluzione suo malgrado, costringendo la ragazza a lasciare il paese per paura di ritorsioni.

Identità virtuali è un progetto del CCC Strozzina, con la consulenza scientifica di Antonio Glessi (ISIA, Firenze), Roberto Simanowski (Institut for Media Studies, Università di Basilea), Christiane Feser (artista), Franziska Nori (direttore CCC Strozzina).

Con il sostegno di:
COMUNE DI FIRENZE
PROVINCIA DI FIRENZE
CAMERA DI COMMERCIO DI FIRENZE
ASSOCIAZIONE PARTNERS PALAZZO STROZZI

REGIONE TOSCANA

Coop-Unicoop Firenze
Moleskine
Ataf

A Roma apre The First Hotel, albergo "d'arte"




Si trova nel cuore della capitale, all’interno di un edificio storico completamente ristrutturato e trasformato in perfetta location per le esposizioni d’arte contemporanea, il nuovo The First Hotel, la cui pre-apertura è prevista il 25 maggio.

Si tratta di un vero "art hotel": in occasione dell'inaugurazione il nuovo albergo apre infatti le porte al pubblico con una mostra che vede coinvolti 40 artisti romani di diverse generazioni, che hanno pensato i propri lavori per gli spazi comuni e per le camere dell'albergo, in un percorso artistico dedicato a visitatori e ospiti.

L’albergo dispone di 29 camere e di un’area meeting in grado di ospitare 50 persone, e per fine anno saranno operativi anche un centro fitness e una spa.

Il ristorante Hoverhall offre piatti della tradizione romana, ma anche menù Kasher, che è possibile gustare nella sala al piano terra o sul panoramico roof garden, da utilizzare anche come location per eventi.

Tra i servizi offerti l’assistente madrelingua per ogni ospite, a disposizione 24 ore su 24, e il check in tramite iPad.

da: http://www.eventreport.it/stories/hotel/355_a_roma_apre_the_first_hotel_albergo_darte/

sabato 7 maggio 2011

Londra e New York invase dalle pecore.

Londra e New York

invase dalle pecore.



Chi non ha almeno un amico di FB che s’è lasciato coinvolgere dall’agricoltura virtuale di FarmVille?Sono infatti oltre 200 milioni gli utenti che hanno giocato Farmville sin dalla sua introduzione: e ci sono 15 volte più aziende agricole all’interno Farmville che in tutti gli Stati Uniti.

Ma anche l’agricoltura virtuale si evolve e Zynga Inc., la società californiana che produce il gioco, nei giorni scorsi ne ha lanciato una nuova versione FarmVille English Countryside che ambienta il gioco nella campagna inglese e si completa con nuove colture e nuovi anilmali. Per la prima volta in assoluto, i giocatori saranno in grado mettere su un vero e proprio allevamento ovino, allevare montoni e pecore proprio per creare agnelli che abbiano le caratteristiche da entrambi i genitori.

Possono dare il nome ad ogni agnello e tenerli nelle loro aziende o lasciare che un amico li adotti. Una volta che l’agnello è adulto potrà dare luogo a nuove genealogie. E se proprio le pecore non fanno al caso vostro potrete dedicarvi all’allevamento della mucca Shorthorn o del pollo Dorking. Anche le piante della fattoria sono nuove, e tradizionali dell’Inghilterra, come il ribes rosso, per non parlare degli edifici e degli elementi decorativi mai apparsi prima, come il cottage inglese o la cabina telefonica. Inoltre, i giocatori possono cambiare gli abiti dei loro avatar con capi d’ispirazione locale mentre si ascolta il nuovo sottofondo di musica tradizonale.





Per comunicare in modo evidente il rilascio da parte della casa di produzione Zynga, della versione spin-off del fortunato social game, Farmville English Countryside, è stata attuata questa invadente azione non convenzionale.

Alcuni pastori con tanto di gregge al seguito, hanno sorpreso gli abitanti di New York prima, e Londra poi, mettendo in scena questo particolare attraversamento pecore. Gli ovini hanno sfilato sullo sfondo dei grattacieli di Manhattan, per Times Square, Park Avenue Wall Street mentre le “colleghe” inglesi prendevano possesso dei monumenti di Londra, tra cui il Jubilee Gardens. WOW!


GUARDA IL VIDEO:

Fotografia Europea 2011




























Dopo cinque edizioni in cui la visione italiana è stata contestualizzata e confrontata con la più ampia situazione europea, Fotografia Europea 2011 s’inserisce a pieno titolo nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Le esposizioni in programma sono l’occasione per tentare di restituire, da un lato, un’immagine dell’Italia con i suoi caratteri estetici e con i tratti che la caratterizzano come l’impegno, la disponibilità, l’azzardo, la curiosità e la sperimentazione e, dall’altro, di contribuire a una riflessione su alcuni aspetti della fotografia italiana per portare uno sguardo sulla nazione italiana e sulla fotografia in quanto tale. Immagini e modi condivisi dai quali partire non per guardare indietro e rivedere ciò che siamo stati, ma per ripartire da ciò che siamo per spingerci in avanti. Dopo la condizione urbana contemporanea, il corpo, il tempo, lo sguardo e l’incanto Fotografia Europea offre, in questa nuova edizione, una riflessione sull’identità, sulla storia e sul futuro a partire dalle sfaccettature del nostro presente.
Lo spazio attorno a cui ruota l’intera manifestazione sono i Chiostri di San Pietro, uno straordinario complesso monastico tardo rinascimentale recentemente recuperato e restituito alla Città grazie all’intervento del Ministero per i Beni e le Attività culturali.








programma
Le giornate inaugurali di Fotografia Europea 2011, in programma da venerdì 6 a domenica 8 maggio, trasformano la città di Reggio Emilia in uno spazio aperto di riflessione e di festa attraverso un ricco programma di appuntamenti che coniuga le diverse forme della creatività e del pensiero.
L'articolato calendario di incontri, conferenze, spettacoli, rassegne cinematografiche, presentazioni di libri, workshop e attività per ragazzi, prosegue quest’anno per tutto il periodo di apertura delle esposizioni, visitabili fino al 12 giugno.

Tutte le “cose” del Palais de Tokyo


Sono proprio gli oggetti, protagonisti dell’installazione La critique de l’école des objets di Alexandre Singh (Bourdeaux, 1980; vive a New York), a discutere sul senso dell’opera che compongono. “Volete dire che si trattava solo di alcuni oggetti messi su delle colonne?” “Esattamente. In quanto oggetto io stesso, non ci trovo davvero nulla di interessante”. Spunto di riflessione sugli effetti del consumismo e ironica archeologia dei fenomeni intellettuali contemporanei, la surreale discussione fa tremare il palazzo delle retoriche speculative che hanno per oggetto arte e cultura. In occasione di questa seconda sessione di esposizioni, la hall del parigino Palais de Tokyo accoglie anche The Autumn Bear, scultura in legno di Marnie Weber (Los Angeles, 1959) artista californiana che con questa opera desacralizza la figura dell’orso, emblema dello stato della California.

Greta Travagliati




Parigi // fino al 19 giugno 2011
Alexandre Singh – La critique de l’école des objets
Marnie Weber – The autumn bear