Sede O.N.U. - 1.8 Miliardi di dollari per il restauro
Dal 1952, anno in cui e’ stata completata la sede dell’ONU, non sono mai stati eseguiti lavori di manutenzione sui famosi edifici di Le Corbusier, Oscar Niemayer e Wallace Harrison . Ora, a tutto il complesso, che sorge tra la First Avenue e L’East River, sara’ rifatto il trucco rispettando pienamente e mettendo in risalto l’originale carattere modernista e introducendo nuova tecnologia e una nuova distribuzione interna negli uffci. Il palazzo di vetro perdera’ il suo inconfondibile colore verdino, derivato da una pellicola colorata aggiunta ai vetri per diminuire l’effetto del riverbero della luce, quando i pannelli saranno sostituiti con vetro camera, e dai 2400 uffici originali si ricaveranno 500 spazi “aperti” piu’ flessibili e adatti a riunioni improvvisate. L’edificio che ospita l’Assemblea Generale subira’ il rifacimento del tetto che ha parecchie infiltrazioni d’acqua. Lo stile originale verra’ mantenuto anche nell’arredamento rigorosamente anni cinquanta, con uso di! formica e vinile, anche se ai posacenere a fianco degli ascensori verrano sostituiti vasi di fiori e quelli inseriti nei tavoli riunioni saranno usati per installazione di apparecchi elettronici. Alla spesa parteciperanno tutti i 192 paesi membri, triplicati rispetto al 1946, e i 5000 addetti verranno temporaneamente ricollocati in uffici limitrofi. I lavori verrano terminati nel 2015.
Dal 1952, anno in cui e’ stata completata la sede dell’ONU, non sono mai stati eseguiti lavori di manutenzione sui famosi edifici di Le Corbusier, Oscar Niemayer e Wallace Harrison . Ora, a tutto il complesso, che sorge tra la First Avenue e L’East River, sara’ rifatto il trucco rispettando pienamente e mettendo in risalto l’originale carattere modernista e introducendo nuova tecnologia e una nuova distribuzione interna negli uffci. Il palazzo di vetro perdera’ il suo inconfondibile colore verdino, derivato da una pellicola colorata aggiunta ai vetri per diminuire l’effetto del riverbero della luce, quando i pannelli saranno sostituiti con vetro camera, e dai 2400 uffici originali si ricaveranno 500 spazi “aperti” piu’ flessibili e adatti a riunioni improvvisate. L’edificio che ospita l’Assemblea Generale subira’ il rifacimento del tetto che ha parecchie infiltrazioni d’acqua. Lo stile originale verra’ mantenuto anche nell’arredamento rigorosamente anni cinquanta, con uso di! formica e vinile, anche se ai posacenere a fianco degli ascensori verrano sostituiti vasi di fiori e quelli inseriti nei tavoli riunioni saranno usati per installazione di apparecchi elettronici. Alla spesa parteciperanno tutti i 192 paesi membri, triplicati rispetto al 1946, e i 5000 addetti verranno temporaneamente ricollocati in uffici limitrofi. I lavori verrano terminati nel 2015.
NOMAD, quartiere riscoperto di Mid-Town Manhattan
Il nome e' l'abbreviazione di "North of Madison" , la zona quella delimitata da Madison Square Park e la 30 sima strada, tra la Quinta Ave e Lexington. Un tempo zona poco nota se non per i grandi negozi di tappeti e antiquariato, adesso sta vivendo un periodo di boom grazie al rinnovamento del parco nel 2001 e alla formazione di una non profit, Madison Square Conservancy, tra le piu' ricche della citta' che si occupa di tenere vivo il parco con eventi aritistici e culturali diversi di mese in mese. Ne sono seguiti l'apertura di Eataly, un supermercato di lusso di leccornie italiane, che ha fatto da punto di attrazione e ritrovo per tutto il quartiere, il nuovo Ace Hotel che ha soppiantato il vecchio Breslin hotel sulla 29sima strada e Broadway, e l'inaugurazone il mese scorso del Gansevoort Hotel su Park Ave e la 29sima (alto 20 piani, 250 camere, piscina riscaldata sul tetto e parecchi bar e ristoranti). Dal 2006 sono stati venduti a NoMad circa 1000 appartamenti e il prezz! o al piede quadro, vista l'alta richiesta, e' oggi salito del 20%. Gli esperti immobiliari sostengono che NoMad sara' tra qualche hanno il nuovo Meatpacking district, cioe' il nuovo quartiere "in" dove tutti quelli che contano, o vogliono contare, vorranno abitare o almeno andare a cena.
New Symphony di Gehry pronta a South Beach
Nel cuore di South Beach, il quartiere storico di Miami, aprira’ le porte il nuovo teatro musicale della World Symphony grazie all’ingegno di Frank Gehry e il fondatore e direttore artistico Michael Tilson Thomas, L’atrio , alto venticinque metri, e’ illuminato da luce naturale dando un tono di fresschezza immediate all’ambiente, la sala concerti, che puo’ ospitare 757 persone, e’ cicondata da “vele” capaci di assorbire o rimbalzare il suono e sulle quali e’ possible proiettare immagini, video e giochi di luci, trasmettendo vitalita’ e intimita’ allo stesso tempo. Inoltre il palco e la zona spettatori possono essere intercambiabili e trasformabili in sala tutta posti a sedere o tutto palcoscenico o una via di mezzo, a seconda delle esigenze degli spettacoli. Sono presenti stanze di prova per lezioni individuali, sale di registrazione e una biblioteca musicale. Sul tetto a terrazza, da un giardino che sembra un’oasis , e’ possiblie seguire i concerti proiettati su una parete ! esterna.
Japan Fashion Show al F.I.T. di New York
Sino all’8 gennaio 2011 il Museo del Fashion Institute of Technology (27ma strada tra la 7 & 8 avenue) espone: “Japan Fashion Now”, un’ esplorazione della moda contemporanea giapponese, dall’alta moda, allo street style, all’uomo. Una galleria introduttiva rende omaggio ai grandi nomi: Yohji Yamamoto, Rei Kawakubo di Commes des Garcons, Kenzo, Hanae Mori e Kansai Yamamoto, stilisti che a partire dagli anni ’80 hanno irrimediabilmente trasformato il mondo della moda, rivoluzionandolo. Questi stlisti “ribelli” introdussero nelle passerelle parigine una nuova relazione tra corpo e indumento, un nuovo atteggiamento verso la bellezza dell’imperfezione definendo cosi’ un nuovo concetto di moda. Le loro tecniche hanno sfidato le nozioni occidentali di bellezza ed hanno ridefinito le nozioni di moda precedentemente stabilite. Le classiche silhouettes “strette” della cultura occidentale sono state sostituiteda nuove figure, piu' fluide. Gia’ dal primissimo indumento, si ha la sensazi! one di essere quasi in un luogo sacro, perfettamente studiato per mostrare gli abiti quasi come sculture, per una manifestazione fisica del pensiero Zen. Oggi, la moda giapponese abbraccia non solo il celebre look all’avanguardia associato alla prima ondata di stilisti giapponesi del 1980, ma anche ad una gamma di giovani stilisti orientati piu’ allo “street style” combinando i vecchi elementi con nuove esigenze. Hiroyuki Horihata, Makiko Sekiguchi di Matohu e lo sgargiante Toshikazu Iwaya di Iwaya33, and Chitose Abe di sacai. Con loro si ha tutta un ‘altra sensazione: non piu’ solo il nero che caratterizzava per la maggioranza la galleria principale, ma si viene travolti da un’esplosione di colori, forme, stili e tessuti. Si passa dal look “Lolita” al “Gothic-Punk, ai costumi di scena che prendono spunto anche dai cartoni animati. Verso la fine della galleria, una piattaforma e’ totalmente dedicata ad alcuni giovani stilisti di Tokyo come John Lawrence Sullivan, Miharayasu! hiro, e Phenomenon, che hanno reso l’abbigliamento-uomo una delle cate gorie piu’ stimolanti della moda contemporanea.
by usabound
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